domenica 16 agosto 2009

Il Castello di Schisò, un tesoro abbandonato.....

Il Castello di Schisò, ubicato sopra una colata lavica di età preistorica, era una costruzione militare che controllava l’accesso alla baia di Giardini Naxos. La fase più antica del Castello risale all’epoca tardo medievale (secoli XIII-XIV) e di questo periodo rimangono due torri cilindriche a scarpata che fanno ipotizzare un complesso militare quadrangolare fortificato di tipo angioino con quattro torri circolari collegate fra loro da alte mura. Nel ‘500 il complesso, in seguito agli attacchi pirateschi, venne rimaneggiato: oltre alla costruzione della torre quadrangolare con i beccatelli lavici e al nucleo residenziale oggi visibili dal lungomare, il castello incorporò al suo interno un impianto per la lavorazione della canna da zucchero che veniva prodotta nella zona. Una terza e ultima fase costruttiva si ebbe alla fine dell ’800: la facciata che prospettava sul lungomare venne ingentilita da una serie di balconi secondo una tipologia adottata per i palazzi di civile abitazione. Il primo proprietario di cui si ha notizia fu nel 1582 don Cesare Statella, nobiluomo catanese; in seguito la proprietà passò prima ai De Spuches, marchesi di Schisò e Gaggi, e dopo, verso la metà del 1800 a Giovanni Conti, ricco borghese di Messina. Il castello successivamente appartenne alla casata dei Lombardo Alonço fino agli inizi del 1900 quando passò alla famiglia Paladino che ancora oggi ne è proprietaria.
Il castello è inserito nel parco archeologico istituito di recente dalla regione siciliana che comprende anche gli scavi archeologici ed il museo archeologico oltre una vasta area verde.
Oltre al corpo princincipale del Castello il complesso è formato da una serie di edifici utilizzati nel tempo per le attività agricole tra cui ( e forse pochi lo sanno) una chiesetta dedicata a S. Pantaleone utiizzata dai contadini e pescatori di Schisò , prima che sorgessero quelle più recenti.Dopo questi brevi cenni storici, andiamo alla trista attualità , oggi il castello non è visitabile ed è in rovina ,un gioiello abbandonato che se recuparato potrebbe contribuire a dare un nuovo target culturale al turismo di Naxos non limitandosi a quello balneare , ma ampliando il mercato e allungando la stagione turistica.
La struttura potrebbe essere inserita in un circuito culturale nazionale con la realizzazione di musei, sale congressi,parco, etc.
La nostra Associazione intende svolgere un'azione di proposizione e stimolo ,anche con l'organizzazione di un convegno, presso la comunità locale, gli assessorati regionali competenti e gli operatori turistici per arrivare finalmente ad un accordo con l'attuale proprietario con una giusta convenzione ,che consenta il restauro totale del complesso , con l'utilizzazione dei fondi europei; con la creazione delle strutture necesserie per la completa fruizione da parte dei turisti che scelgono la nostra città non solo per fare il bagno ,prendere il sole o comprare uno squallido monovano , ma vengono per rivivere la storia e la cultura a partire dai greci di cui Naxos è la prima colonia ,passando per il medioevo fino ai primi del 900 .
Giardini Naxos è cresciuta in fretta e male il turismo di massa ha fatto il resto, è necessario riequilibrare questa situazione rivalutando la "cultura "non come mero fatto accademico ma come fatto economico imprenditoriale che sia occasione di lavoro per i giovani e che finalmente si abbandoni la "politica del mattone" e si investa in attività diverse ed in infrastrutture a servizio del turismo.


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