lunedì 16 luglio 2012

Le stragi degli Alleati in Sicilia dimenticate


Aeroporto di Biscari (il piccolo aeroporto di Santo Pietro (o di Biscari poi Acate) non era altro che una corta pista per il decollo e l’atterraggio degli Ju-87 Stukas tedeschi, situato tra Caltagirone e Vittoria dal quale decollano gli aerei per colpire le retrovie americane dello sbarco).
Il 14 luglio 1943 il 180° fanteria USA va all’assalto dell’aeroporto, difeso da un reparto italiano e dai paracadutisti tedeschi della “Hermann Goering”: i fanti del 180° non hanno mai combattuto e l’attacco al piccolo aeroporto è il loro battesimo del fuoco. Lo scontro è aspro e solo verso mezzogiorno le truppe dell’Asse iniziano a cedere: un gruppo di 38 soldati italiani s’arrende e gli uomini s’accoccolano nella polvere bruciata dal sole siciliano, stanchi, stufi, pronti a finire dietro al filo spinato. Ma il capitano John T. Compton dà un ordine che sulle prime non è nemmeno compreso ma che viene prontamente attuato: i 38 italiani vengono allineati al bordo della strada e fucilati all’istante in oltraggio a tutte le leggi di guerra. Poco dopo s’arrendono altri 45 italiani e 3 tedeschi, 38 (36) dei quali (quelli in grado di camminare) sono affidati al sergente Horace T. West per essere portati nelle retrovie ed essere interrogati. Ci sono 14 chilometri da percorrere a piedi per giungere alla meta. Forse condizionato dal comportamento del superiore, forse disturbato dalla lunga marcia sotto il sole cocente, il sergente West dopo un paio di chilometri si volta e sventaglia con il mitra la colonna dei prigionieri.

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