Le stragi degli Alleati in Sicilia dimenticate
Aeroporto di Biscari (il piccolo aeroporto di Santo Pietro (o di Biscari poi Acate) non era altro che una corta pista per il decollo e l’atterraggio degli Ju-87 Stukas tedeschi, situato tra Caltagirone e Vittoria dal quale decollano gli aerei per colpire le retrovie americane dello sbarco).
Il 14 luglio 1943 il 180° fanteria USA va all’assalto dell’aeroporto, difeso da un reparto italiano e dai paracadutisti tedeschi della “Hermann Goering”: i fanti del 180° non hanno mai combattuto e l’attacco al piccolo aeroporto è il loro battesimo del fuoco. Lo scontro è aspro e solo verso mezzogiorno le truppe dell’Asse iniziano a cedere: un gruppo di 38 soldati italiani s’arrende e gli uomini s’accoccolano nella polvere bruciata dal sole siciliano, stanchi, stufi, pronti a finire dietro al filo spinato. Ma il capitano John T. Compton dà un ordine che sulle prime non è nemmeno compreso ma che viene prontamente attuato: i 38 italiani vengono allineati al bordo della strada e fucilati all’istante in oltraggio a tutte le leggi di guerra. Poco dopo s’arrendono altri 45 italiani e 3 tedeschi, 38 (36) dei quali (quelli in grado di camminare) sono affidati al sergente Horace T. West per essere portati nelle retrovie ed essere interrogati. Ci sono 14 chilometri da percorrere a piedi per giungere alla meta. Forse condizionato dal comportamento del superiore, forse disturbato dalla lunga marcia sotto il sole cocente, il sergente West dopo un paio di chilometri si volta e sventaglia con il mitra la colonna dei prigionieri.
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